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CENNI STORICI

Maniace ha origini antichissime, le prime notizie certe infatti, risalgono al periodo della dominazione degli arabi, quando il luogo si chiamava Ghiran- Ad – Daqiq, ossia Grotte della Farina.

Di questo periodo Edrisi, il più grande geografo arabo vissuto alla corte del Conte Ruggero, dice che : “Ghiran- Ad- Daqiq è prospero villaggio in pianura con mercato e mercati e opulenza per ogni dove”.  L’attuale denominazione si deve a Giorgio Maniace, il generale bizantino che nel 1040 in questa vallata sconfisse un esercito di arabi, il condottiero a ricordo della battaglia lasciò un’icona bizantina della Vergine e il Bambino.

Era consuetudine del tempo che i signori o i condottieri di Costantinopoli portassero a loro seguito delle immagini sacre. Per venerare e custodire l’icona nasce una prima chiesetta e nel 1173, per volere della regina Margherita di Navarra, come testimonianza della sua devozione  verso la Vergine, sul preesistente cenobio basiliano che custodiva l’icona bizantina  lasciata in dono da Giorgio Maniace fu edificata l’abbazia Santa Maria di quel Valorosissimo Maniace.

L’abbazia, conseguì fama e prestigio divenendo in poco tempo  un importante e fervido centro economico, culturale e religioso al pari dei più importanti  monasteri della Sicilia, tanto che il luogo si offre come meta di Santi, Abati e Sovrani.

Nei secoli successivi alla fondazione, l’abbazia oltre al prestigio, conobbe periodi difficili, venne ridotta in uno stato miserevole  per la gestione sconsiderata da parte dei monaci che la governavano. La situazione peggiorò con il successivo  passaggio del monastero alla gestione di  abati commendatari, fra i quali si annovera il cardinale Rodrigo Borgia, futuro papa Alessandro VI.  I patrimoni dell’abbazia furono dilapidati e lo stato malsano dei luoghi accelerò notevolmente lo spopolamento delle campagne circostanti.

L’11 gennaio 1693 un terribile terremoto, che scuote tutta la Sicilia orientale, colpisce anche il monastero di Maniace distruggendo parte delle fabbriche e il corpo absidale della chiesa. I monaci che in quel periodo reggevano il monastero, furono costretti  a rifugiarsi a Bronte.

Nonostante diversi  interventi di restauro successivi al terremoto, l’abbazia non riprese lo splendore e il prestigio del passato. Tutto il suo territorio  e quello limitrofo diviene terra di nessuno. Tutto questo, fino al 1799, quando l’ex feudo benedettino insieme ad altre terre e a territori del comune di Bronte, viene innalzato al rango di ducato e offerto in dono, da Ferdinando IV di Borbone, all’ammiraglio inglese Horatio Nelson.

A questo punto le pagine della storia dell’ex monastero sono scritte dai discendenti dell’ammiraglio inglese.  I nuovi proprietari non si limitarono ad amministrare la grande estensione terriera, ma ebbero per  più di un secolo e mezzo grande influenza sugli avvenimenti politici ed amministrativi del territorio.

Nel corso del XX secolo contadini e pastori provenienti da Tortorici, solcando le antiche trazzere dei Nebrodi, abbandonano la loro casa e gli affetti per trasferirsi in una terra che offre lavoro, seppure in condizioni proibitive. I Tortoriciani divengono vassalli del Duca inglese in un territorio che deve attendere il 1963 per scrollarsi di dosso il giogo feudale. La condizione di sfruttamento a cui erano sottoposti i contadini portò, dopo anni di sofferenze, alle lotte per la rivendicazione della terra nei confronti della ducea per l’applicazione della legge sulla riforma agraria varata nel dopoguerra che smembrò la proprietà dei Nelson.

Divenuti proprietari, i contadini di Maniace si videro, tuttavia, abbandonati a se stessi su un territorio lasciato nello stato di arretratezza e miseria sociale in cui permaneva da secoli.

Nel 1967 si dà vita ad un movimento indipendentista,voluto e animato dal parroco del luogo, a raccogliere l’ultima speranza di un popolo abbandonato, ma rivolto al proprio riscatto, con lo scopo di ottenere diritti, servizi e l’autonomia amministrativa dal comune di Bronte. I cittadini organizzati da un  Comitato Cittadino iniziano le battaglie per ottenere i servizi necessari e la realizzazione di opere di primaria importanza. Grazie alla tenacia e alla determinazione dei componenti del Comitato Cittadino, il 1° aprile 1981, l’ex feudo diventa il 57° comune della provincia di Catania sotto l’antica denominazione di “Maniace”.

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